sabato 3 dicembre 2016

ANNUNCIO CLAMOROSO DEL PD: "SE VINCE IL NO RENZI SI DIMETTE"








"Se perdiamo perdiamo, prendiamo atto che non siamo riusciti a convincere gli italiani".
E che fate in quel caso?
"Credo che Renzi appunto come ha già detto più volte andrà dal Capo dello Stato a consegnare la sua disponibilità"
Il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, intervistato nel corso di Cartabianca su RaiTre, fa sapere quali saranno, con ogni probabilità, le mosse del governo in caso di sconfitta al referendum costituzionale del 4 dicembre.
Con gli ultimi attacchi in piazza e appelli in tv e con un'ultimo pesante scontro sul voto all'estero, si chiude una campagna referendaria lunga e, a detta di molti protagonisti, brutta nei toni e nelle accuse. Matteo Renzi chiude vedendo un risultato "totalmente aperto" ed evitando di ribadire la sua indisponibilità ad andare avanti in caso di sconfitta. "Se vince il No credo che il premier salirà al Quirinale per consegnare la sua disponibilità", chiarisce, al suo posto, Graziano Delrio. Ipotesi che Silvio Berlusconi caldeggia mentre Beppe Grillo chiama, da Torino, al voto di pancia perchè, comunque vada, "siamo un paese spaccato, alla stasi mentale".

Mentre i plichi elettorali degli italiani all'estero stanno arrivando in Italia con "voti inventati o comprati in giro per il mondo da Renzi", accusa Matteo Salvini, cala a mezzanotte il silenzio elettorale dopo mesi di sfida durissima tra schieramenti eterogenei. Il premier, dopo aver fatto tappa a Palermo e Reggio Calabria, chiude a piazza della Signoria, sfidando un pò la sorte perchè "quattro anni fa - ricorda Renzi - il 2 dicembre ripartimmo da Firenze" dopo la sconfitta alle primarie per la premiership. Il leader dem è ottimista e spera di "vincere al novantesimo" la sua partita più importante con una campagna porta a porta fino all'ultimo perchè "non c'è mai stato un così alto numeri di indecisi". Dopo aver messo in guardia nei giorni scorsi dal rischio di un governo tecnico, oggi il capo del governo punta a separare il referendum dal suo destino personale invitando gli elettori "a non farsi fregare: non è un voto per me o contro di me, è un voto per cancellare la Casta".

A parlare delle conseguenze sulla stabilità del governo, ci pensa Graziano Delrio per il quale "andare al Quirinale se dovesse vincere il no sarebbe un atto di onestà nei confronti dei cittadini". Il ministro parla della "disponibilità" del premier a rassegnare le dimissioni, scenario che però oggi il fronte del Sì preferisce non alimentare. Per le opposizioni, invece, da Berlusconi a M5S, le dimissioni del premier sarebbero doverose. "Bisogna andare a votare per evitare che Renzi diventi il vostro padrone e il padrone dell'Italia", avverte il Cavaliere. Evita di alzare i toni oggi, gridando alle elezioni in caso di vittoria del No, Beppe Grillo che parla di "riforma incomprensibile" volutamente "così loro ti rubano tutto, anche l'acqua pubblica e la scuola pubblica". In ogni caso, assicura il comico, perchè "anche la sconfitta ci darà ancora più forza".

In una battaglia sul filo, a detta di tutti, è possibile che il voto all'estero sia determinante. Per questo il fronte del No lancia l'allarme, che Renzi derubrica come "un film che si ripete" ad ogni elezione. "Bisogna essere vigilanti e organizzati - avvisa Massimo D'Alema - Bisognerà mandare qualcuno anche in quell'hangar dove si sfogliano i voti venuti dall'estero". Frasi da "avvelenamento di pozzi", taglia corto il leader Pd che in caso di vittoria si prepara alla resa di conti interna. Uno scontro che si consumerà al congresso del Pd mentre sul fronte del governo, in caso di vittoria, il premier vede un rafforzamento in Italia e ancora più in Ue. "Elezioni anticipate se vinco? Fantapolitica", assicura Renzi che guarda solo al traguardo di domenica.

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